Roma, 25 giu – Venerdì e sabato, a Milano, si svolgerà la Festa del sole, evento organizzato dal movimento Lealtà e Azione, all’interno del quale si svolgerà anche un dibattito politico a cui parteciperanno esponenti di Sovranità, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, oltre che ovviamente i padroni di casa. A sentire l’Espresso, tuttavia, quello di domani non sarà un semplice dibattito politico come ce ne sono tanti, ma una via di mezzo tra una riunione pre-elettorale per decidere le sorti del Comune di Milano e un rito della Società Thule. Abbiamo contattato Stefano Del Miglio, presidente di Lealtà e Azione, per chiedergli cosa c’è di vero.
Per descrivere il vostro evento, l’Espresso richiama il sole nero, Julius Evola, i nazisti, i Freikorps e “Stonehange”, che supponiamo sia il sito di Stonehenge. I riferimenti sono tratti dal sedicente “Osservatorio democratico”. Ci sarà davvero tutto questo alla vostra festa?
È pazzesco come testate nazionali continuino a fare copia e incolla dall’Osservatorio Democratico, che è completamente screditato persino fra gli stessi compagni. La Festa del sole è una nostra tradizione che risale a cinque anni fa, quando abbiamo fatto la prima festa in montagna a ridosso del solstizio d’estate. Non ha nulla che vedere con il “sole nero”, non ci saranno né riti strani né croci incendiate. Peraltro molti di noi sono anche di estrazione cristiana, quindi non avrebbe senso. Noi restiamo molto legati a questo evento, ma solo perché ha segnato l’inizio del percorso di Lealtà e Azione.
È vero, come dice sempre l’Espresso, che queste sono le prove generali per le comunali di Milano?
Partiamo dal presupposto che Lealtà e Azione non fa politica partitica, fa metapolitica. Ovviamente non viviamo in una bolla di vetro, il nostro percorso ci ha portato a contatto nel corso degli anni con vari movimenti che fanno anche politica elettorale. Con alcuni abbiamo instaurato dei rapporti umani, con altri abbiamo riscontrato uno stesso modo di intendere la militanza e la vita. La Festa del sole vuole essere un palcoscenico in cui varie anime, anche molto diverse fra loro, si confrontano, cosa che noi intendiamo anche come momento di formazione per i nostri giovani. Se poi si discuterà anche di come superare l’era Pisapia, in cui Milano è stata stuprata, ben venga, ma non nasce certo con questo intento.
A proposito: al termine del mandato della “giunta arancione” come è cambiata Milano?
Direi che la città non ha mai vissuto momenti grigi come questo. Soprattutto sulla sicurezza si verificano situazioni che una volta non c’erano, a Milano. La paura è che si vada verso il modello delle banlieue francesi, con interi quartieri off limits per gli italiani. Ancora non siamo a questo livello, ma la direzione è quella. L’altro grave problema è quello dei nomadi. Tutta l’integrazione che aveva promesso Pisapia non c’è stata, la giunta arancione non ha fatto nulla. Quel poco che è stato fatto per la ristrutturazione della città è frutto della giunta precedente e dell’Expo.
Adriano Scianca sul Primato Nazionale
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